sabato 7 marzo 2015

IL MITO SUMERO DI ZIUSUDRA, LA PRIMA EPICA DEL DILUVIO



Tavola che contiene il mito di Ziusudra
conosciuto anche con il nome di
Genesi di Eridu.
Ziusudra (o Zin-Suddu) di Shuruppak è un mitico Re sumero antidiluviano. Egli viene nominato nella LISTA REALE SUMERICA come ultimo Re ad aver regnato prima del DILUVIO che spazzò via ogni cosa. Il suo nome significa "colui che ha visto la vita", in riferimento al dono dell'immortalità ricevuto dagli dèi per essere sopravvissuto all'inondazione che quest'ultimi scatenarono sulla terra con l'intenzione di cancellare il genere umano. Il mito di Ziusudra è la più antica epica del diluvio mai ritrovata e anticipa di circa un secolo il racconto del diluvio contenuto nel POEMA ASSIRO BABILONESE DI ATRAHASIS. Il mito è conservato su una tavoletta scritta in caratteri cuneiformi che risalente al periodo della prima dinastia di Babilonia (1700 a.C circa), quando la lingua impiegata nella scrittura religiosa e nei documenti amministrativi era ancora quella sumera. Questa tavoletta è stata denominata "Genesi di Eridu", siccome contiene anche una parte dedica alla creazione. Sebbene il reperto risalga ad un momento tardo della cultura sumera, è senza dubbio la trasposizione letteraria di un mito arcaico risalente come minimo al periodo protodinastico (circa 3000 a.C)Ziusudra è l'eroe del diluvio che nella letteratura accadica viene chiamavano ATRAHASIS, e che in quella Babilonese, più precisamente nell'EPOPEA DI GILGAMESH CLASSICA, viene chiamato Utnampishtim. Successivamente la letteratura mesopotamica ha ispirato la composizione del mito ebraico/cristiano di Noè contenuto nella Genesi biblica. Nonostante i protagonisti epici abbiano nomi differenti, ci sono numerosi elementi della storia che sono comuni a tutte e quattro le versioni del diluvio sopracitate.
Ciò che rimane della mitica città di Eridu in Iraq.
La prima parte del mito di Ziusudra (genesi di Eridu) è dedicata alla fondazione delle prime città: Eridu, Bad-Tibira, Lars, Sippar, e Shuruppak. La prima città sulla quale viene fatta scendere la regalità dal cielo fu Eridu. Dopo una considerevole sezione di testo mancante si apprende che gli dèi decisero di inviare un diluvio per distruggere l'umanità. Il dio Enki, signore delle acqua dolci sotterranee, avvertì il sovrano di Shuruppak dell'imminente catastrofe invitandolo a costruire una grande barca. Il passaggio che contiene le istruzioni per la costruzione della barca è andato perso. Quando il testo riprende viene descritto il diluvio, una terribile tempesta che durò per sette giorni. Dopo di che Utu (il dio del sole sumero, che i babilonesi chiamano Shamash) si manifestò a Ziusudra, che a sua volta si prostrò sacrificando un bue e una pecora in onore della divinità solare. Dopo un'altra parte mancante il testo riprende, quando il diluvio terminò Ziusudra venne chiamato al cospetto degli dèi Anu e Enlin che gli fecero il dono dell'immortalità per essere scampato alla sentenza divina e per aver prolungato i giorni degli uomini sulla terra. In fine gli dèi portarono Ziusudra ad abitare in Dilmun, il leggendario giardino dell'eden. Il resto del poema è andato perduto.


Traduzione della tavoletta che contiene il Mito di Ziusudra (Genesi di Eridu)
[…]
Cercherò di impedire la distruzione della mia umanità;
per Nintu, cercherò di fermare
il genocidio della mie creature!
Voglio che la gente torni alle terre da loro abitate.
Siano tutte le loro città ricostruite:
che la loro ombra sia riposante,
che i mattoni di tutte le città
 siano collocati nei luoghi sacri,
che tutte le […] dimorino nei luoghi sacri.
“La pura acqua che spegne il fuoco
io porrò opportunamente colà.
Ho perfezionato le regole divine e i sublimi me:
nei luoghi che sono stati distrutti,
farò in modo che vi sia la pace.”
Dopo che An, Enlil, Enki e Ninhursag
Ebbero creato il popolo dalla testa nera
Gli animali si moltiplicarono per ogni dove,
animali di ogni taglia: i quadrupedi furono posti
come ornamento adatto alle pianure.
[…] 
”Che io possa tenere in conto il loro diligente lavoro,
il muratore del paese possa gettare solide fondamenta.”
Quando lo scettro della regalità fu condotto giù dal Cielo,
dopo che l’augusta corona e il trono regale
furono condotti giù dal Cielo,
egli con determinismo perfezionò le regole divine
e i sublimi me
pose i mattoni di quelle città in luoghi sacri.
Diede loro dei nomi, stabilì le capitali.
La prima di quelle città, Eridu,
assegnò al signore Nudmmud;
la seconda, Bad-tibira,
l’assegniò alla “tuttasanta” (Innana);
la tersa, Larak, la diede Pabilsag;
la quarta Sippar,la diede al sublime Utu;
la quinta, Suruppak, la diede a Sud.
I nomi diede a queste città, stabilì le capitali.
Non arginò l’alluvione, ma scavò il suolo e incanalò l’acqua,
dispose la pulitura dei piccoli canali
e dei fossati per l’irrigazione.
[…]
Pianse allora Nintu sulle sue creature,
pianse la pura Innana a causa delle genti,
Enki si consigliò con il suo stesso animo.
An, Enlil, Enki e Ninhursag,
gli dei dell’Universo, giurarono sul nome di An e Enlil.
In quel tempo Zi-u-sud-rà era re e sacerdote di vaticini;
una capanna edificò
con devozione, con parole ben appropriate, con timore
Giorno dopo giorno, con regolarità, stava là;
qualcosa che non era un sogno sopraggiunse:
parole di un giuramento stipulato tra Cielo e Terra.
La loro opposizione portarono gli dei fino al Ki-ur-
Zi-u-sud-rà udì,stando sul lato,
stando sulla sinistra, del muro laterale
“Muro laterale, ti devo parlare!
Presta attenzione alle mie parole,
presta l’orecchio al mio avvertimento:
per nostra iniziativa un Diluvio sui luoghi di culto si abbatterà,
la progenie dell’umanità sarà annientata.
E’ una sentenza definitiva,
la decisione dell’assemblea (divina).
Per la parola detta da An,Enlil,Enki e Ninhursag,
nella regalità il periodo di governo avrà fine.
Adesso”
[…]
I venti maligni e i venti di tempesta
tutti insieme si adunarono:
il Diluvio sui culti imperversò.
Sette giorni e sette notti
Il Diluvio sul paese dilagò.
L’arca nel Diluvio il vento maligno sballottò.
Il sole uscì, gettando luce su cielo e terra.
Zi-u-sud-rà un’apertura fece nella grande arca
E il sole e i suoi raggi all’interno della grande arca gettò.
Zi-u-sud-rà, comportandosi da re,
si prostrò davanti al dio –Sole, baciando la terra.
Il re buoi sacrificò
E rese numerose le pecore (da sacrificio).
[…]
Lo scongiuro del soffio vitale del cielo
e del soffio vitale della terra invocate.
An ed Enlil, il soffio vitale del cielo
E il soffio vitale della terra vi sia d’aiuto.
La distruzione si allontana dalla terra, se ne va.
Zi-u-sud-rà, comportandosi da re,
si prostrò davanti ad An ed Enlil, baciando la terra.
An ed Enlil (a) Zi- u-sud-rà con la moglie
Vita (eterna), come un dio gli diedero.
A vita eterna, come un dio, lo elevarono.
Allora, Zi-u-sud-rà il re,
colui che aveva salvaguardato le progenie dell’umanità
nel momento della distruzione,
in un altro paese, nel paese di Dilmun,
dove sorge il dio-Sole, fecero vivere.



Manuel di Civiltà antiche e antichi misteri

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